Il tempo a Civello:
Parrocchia Tradizioni La festa del “Bambin de Civell”
Il tempo a Civello:
Parrocchia Tradizioni La festa del “Bambin de Civell”

La festa del “Bambin de Civell”

Curiosando nel vasto archivio della parrocchia troviamo una data importante: 1597. Da allora Civello celebra un’antica tradizione, la domenica successiva alla festa dell’Epifania: la festa de “ul Bambin de Civell”. Nelle relazioni allegate agli atti della visita pastorale di mons. Filippo Archinti del 1597 si parlava di tre processioni, tra le devozioni locali: il mercoledì dopo l’Epifania, la Domenica dopo Pasqua e la Domenica dopo Pentecoste. Vi sono buoni motivi per pensare che la processione del Bambino sia da far discendere da quella che seguiva la festa dell’Epifania.

Ancora don Paolo Francesco Perti, parroco di Civello dal 1694 al 1703, scriveva nel 1685 che a Civello si celebravano “Tre feste de S. Maggi per devotione”. Vale la pena osservare che in molti paesi della zona (Casnate, Capiago, Breccia, Cadorago) si poneva, ed in qualcuno ancora oggi, una particolare attenzione alla festa dei Magi. In altri paesi (Gironico e Drezzo) si celebra la festa del Bambino con altrettanta devozione di Civello.

Da dove arriva questa Festa del Bambino? La Tradizione dei Magi è la vicenda dalla quale prende rilievo la figura di Sant’Eustorgio, eletto nel 343 nono Vescovo di Milano, di
cui fu anche governatore. In questa vicenda si intrecciano leggenda, tradizione e storia. Sul campanile della Basilica di Sant’Eustorgio c’è una “stranezza”: sulla sua cima non c’è una croce, ma una stella a otto punte: la stella dei Magi, per indicare la presenza delle loro reliquie, oggetto da sempre della devozione dei fedeli. La leggenda vuole che i Magi siano morti a Gerusalemme, dove erano tornati dopo la crocefissione di Gesù, per testimoniare la fede di cui si erano fatto banditori nei loro paesi.

La tradizione sostiene che le loro spoglie siano state trovate dalla regina Elena, madre di Costante, capo dell’Impero Romano d’Oriente, e trasferite nella chiesa di S. Sofia a Costantinopoli. Costante le donò poi a Eustorgio quando questi, eletto vescovo, si recò da lui per rimettere nelle sue mani il mandato di governatore di Milano da lui ricevuto. Eustorgio le trasportò, assieme al pesante sarcofago nel quale erano state riposte, usando un carro trainato da buoi. Dopo un lungo e avventuroso viaggio di ritorno, giunse proprio qui, all’ingresso della città da Porta Ticinese, dove il carro sprofondò nel fango e non fu possibile rimuoverlo. L’incidente fu interpretato da Eustorgio come un segno divino, e per questo fece erigere la prima basilica nella quale custodire le reliquie dei Magi.

Nel 1164 l’imperatore Federico I, il “Barbarossa”, durante una delle sue calate in Italia, ordinò al suo consigliere, Reinald von Dassel, arcivescovo di Colonia, di impadronirsi delle reliquie dei Magi, custodite nella basilica di Sant’Eustorgio a Milano, che finirono cosi nel duomo della città tedesca. Durante quel trasferimento si fece una tappa a Grandate, dove sul luogo in cui posarono le reliquie sorse la Chiesa della “Pausa dei Santi” che divenne la prima parrocchiale di quel paese.

Un fatto così importante ed eccezionale diede un impulso particolare al culto dei Magi nel nostro territorio: non si può trascurare il fatto che Civello confina con Grandate! Pertanto si può ben capire come in questa terra, toccata dalle reliquie dei Magi, si potessero solennizzare i giorni dopo l’Epifania addirittura con “Tre feste de S. Magi!”. Nel 1906, infine, il Card. Ferrari, vescovo di Milano, ottenne una parziale restituzione delle reliquie, ora conservate in una preziosa urna posta sopra l’altare dei Magi.

Ma il Bambino cosa c’entra?

Appare abbastanza naturale che la festa dei Magi possa essersi evoluta con il culto del Bambino che è colui che i Magi avevano cercato e adorato a Betlemme.

La storia ci informa che nel 1164 l’imperatore Federico I, il “Barbarossa”, durante una delle sue calate in Italia, ordinò al suo consigliere, Reinald von Dassel, che era anche arcivescovo di Colonia, di impadronirsi delle reliquie, che finirono cosi nel duomo della città tedesca. Durante quel trasferimento si fece una tappa a Grandate, dove sul luogo in cui posarono le reliquie sorse la Chiesa della “Pausa dei Santi” che divenne la prima parrocchiale di quel paese.

Un fatto così importante ed eccezionale diede un impulso particolare al culto dei Magi nel nostro territorio: non si può trascurare il fatto che Civello confina con Grandate. Pertanto si può ben capire come in questa terra, toccata dalle reliquie dei Magi, si potessero solennizzare i giorni dopo l’Epifania addirittura con “Tre feste de S. Magi!”. Nel 1906, infine, il Card. Ferrari, vescovo di Milano, ottenne una parziale restituzione delle reliquie, ora conservate in una preziosa urna posta sopra l’altare dei Magi.

Appare abbastanza naturale che la festa dei Magi possa essersi evoluta con il culto del Bambino che è colui che i Magi avevano cercato e adorato a Betlemme. La celebrazione dell’Epifania nei nostri paesi è sempre stata vista come la conclusione delle feste natalizie, con l’esposizione del Bambino non più nel Presepio, ma come il Redentore che si manifesta al mondo.

La festa del Bambin a Civello

Era usanza che a portare la statua del Bambino siano i coscritti dei giovani di leva dell’anno. Una bella curiosità la troviamo con Don Antonio Seveso, parroco di Civello dal 1919 al 1964 che registrò il dispiacere dei giovani della classe 1940 per la sospensione della processione a causa del maltempo nel 1960.
Più recentemente anche, don Guido Fontana, parroco di Civello dal 1964 al 1998, portò avanti la tradizione e si occupò del restauro della Statua e del tronetto su cui poggia.

Anche i Vescovi della Diocesi hanno partecipato alla cerimonia e alla processione de ul Bambin di Civello:
· 1941: mons. Alessandro Macchi che si trovava in Parrocchia per la visita pastorale.
· 2010: mons. Diego Coletti che si trovava in Parrocchia per la visita pastorale.

Ora tocca a noi come Comunità di Civello e al Parroco don Enrico Colombo “il portare avanti la Tradizione” a distanza di oltre 4 secoli.

Bibliografia:

  • Monografia del Comune di Civello e della sua Parrocchia (1863, prof. Odescalchi)
  • Civello, Una Chiesa e Una Storia (1993, prof. Mario Mascetti)
  • “In gita a festegià intra Drez e Ugià” (1995, prof. Mario Mascetti)
  • Archivio Basilica S. Eustorgio (Milano)

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