
La nostra Comunità Parrocchiale ha scelto d’investire tempi ed energie sui giovani, perché è lì che si gioca il futuro e la continuità della fede cristiana.
L’Oratorio è un luogo di aggregazione, dove vita e fede si interrogano vicendevolmente e poggia su una comunità educativa, costituita da preti, religiose, laici adulti, giovani e bambini che vivono e intendono proporre l’incontro con Gesù Cristo come “esperienza determinante” per una realizzazione piena della persona.
È un ambiente nel quale viene ricreato un clima favorevole e viene proposto un progetto di educazione alla fede, in cui tutta la comunità, la famiglia e i giovani stessi possono essere protagonisti responsabili.
L’Oratorio deve avere, come obiettivo di fondo, quello di condurre, con scelte coerenti (che toccano e decidono l’impostazione di molte attività), verso una progressiva maturità cristiana.
L’Oratorio, così impostato, non esiste per se stesso o perché gli adolescenti e i giovani, semplicemente, vi rimangano senza fine. Esso ha un traguardo, che diventa anche un criterio di valutazione: i giovani sono chiamati ad “uscire” dall’Oratorio e ad “entrare nella società” per testimoniarvi la vita cristiana con un impegno evangelico nei vari ambiti di responsabilità. Quando questo traguardo viene raggiunto, l’Oratorio dimostra di avere svolto bene il suo compito e dimostra di essere una realtà ecclesiale capace di fornire un grande servizio alla società civile.
Che Cosa è
Questa potrebbe sembrare una domanda stupida, ma in realtà la risposta non è affatto univoca. Per qualcuno l’oratorio è il luogo dove poter intrattenere i ragazzi con i più tradizionali giochi, “l’importante è che non stiano per strada”; per qualcun altro è il luogo dove si fa catechesi e si celebra qualche liturgia, “perché oratorio significa luogo dove si prega”; per altri ancora … “è qualcosa di più complesso”. In effetti l’oratorio non può ridursi né a sala giochi, né ad aula di catechismo, ma evidentemente è qualcosa di più. Che cosa? Sicuramente un ambiente educativo. Può sembrare un’espressione riduttiva, ma queste due parole esprimono l’essenza dell’oratorio.
Così nacque il primo oratorio della storia moderna. Questo scambio involontario di nomi fu in un certo senso “azzeccato”, perché gli oratori di oggi si avvicinano molto all’idea di essere dei “laboratori” di proposte, che fanno bene alla vita di fede e alla crescita di un ragazzo. Attraverso la proposta di varie esperienze, l’oratorio diventa veramente quel “laboratorio” dove vengono messi insieme gli ingredienti per la crescita globale di un ragazzo. Una persona per crescere ha bisogno di spazi, di tempi e di esperienze; ha bisogno di persone coetanee con cui misurarsi, e adulti da cui prendere spunto; ha bisogno di mettersi alla prova, di accorgersi delle sue potenzialità.
L’oratorio è un ambiente educativo voluto e inventato da Don Bosco. Egli desiderava una casa che accogliesse, che evangelizzasse e che educasse alla vita nei suoi più vari aspetti: dalla cultura al teatro, dalla musica allo sport e al tempo libero. Spazi aperti, luoghi di ritrovo e di svago, chiesa, scuola, teatri, ma soprattutto…giovani, tanti giovani. Sono i giovani, infatti che animano l’oratorio e lo dimensionano secondo la loro allegria. Quando vennero a presentare a don Bosco il locale che egli stava cercando per poter realizzare il suo primo oratorio, i proprietari erano convinti che lui volesse fare “un laboratorio per i suoi ragazzi”. Lui subito ne corresse la frase: “Non un laboratorio, ma un ORATORIO!”;