Il tempo a Civello:
Parrocchia Chiesa
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La Chiesa

DEI SS. COSMA E DAMIANO

La Chiesa parrocchiale di Civello, dedicata ai Santi Cosma e Damiano, posta in posizione panoramica nelle vicinanze della residua torre dei castello, è considerata la più antica di Villa Guardia. Se ne fa già cenno nella seconda metà del 1200 in occasione appunto della costruzione del fortilizio, ma la dedica la farebbe risalire ai secoli precedenti l’anno Mille. Resta comunque il fatto che l’attuale costruzione è un rifacimento effettuato nella seconda metà dei 1700 (e poi completata nel secolo successivo).

Quattro sono le pale d’altare che ornano la chiesa di Civello. L’una raffigura la Vergine con Bambino e i Santi Ambrogio e Agostino, Lucia e Caterina; un’altra un Cristo Giudice con i Santi Lorenzo ed Eustachio, e le sante Cecilia e Agnese. In entrambe le composizioni i santi sono in piedi, le sante inginocchiate in primo piano. La prima è del Procaccini ed è databile intorno ai primi anni del Seicento; a quegli stessi anni risale il Cristo Giudice del Cerano, giovane pittore sui trent’anni, ma già compiutamente padrone dell’arte.

Il Procaccini e il Cerano eseguirono questi lavori per la chiesa di San Lorenzo (appena fuori le mura della città di Como), ristrutturata verso la fine del Cinquecento. Tutte da ricostruire le circostanze del loro trasferimento da Como a Civello.

Una terza pala raffigura la Madonna con Bambino e i Santi Cosma e Damiano ed è collocata al centro dell’abside, mentre la quarta che ha per soggetto la Madonna con Bambino e San Carlo si trova nella cappella laterale sinistra. La Madonna con i Santi patroni Cosma e Damiano risulta opera anonima di pretta fattura secentesca, mentre la Madonna con San Carlo può essere collocata nel secolo successivo e qualcuno vorrebbe attribuirla a Carlo Innocenzo Carloni (1686-1775).

Nel 1939 si inseriva un nuovo importante episodio nella storia della chiesa di Civello: il rifacimento delle decorazioni pittoriche.
Esso è così descritto da don Antonio Seveso, nella sua cronistoria della parrocchia: «1939. Maggio. Si iniziano i lavori per la decorazione e la pittura della Chiesa. Vi lavorano il professor Martinelli (Fedele, di Bizzarone) nella parte decorativa, e come figurista il professor Cocquio di Ligurno.

La Chiesa si presenta nelle semplici e graziose sue linee, quasi animata dai 4 evangelisti, dai santi che popolano la prima cupola (S. Giovanni Bosco, S. Teresa del Bambin Gesù, la Beata Gabrini (Cabrini) e il Santo Curato d’Ars) e più dai due affreschi sopra i confessionali, l’uno che segna la potestà di Pietro ad assolvere: “Quocumque solveris…” e l’altro la grande misericordia nel perdonare “Remittuntur ei peccata multa…”. Le linee, le tinte, i chiaroscuri del Martinelli sono di una nitidezza, di una semplicità ed evidenza così singolare, che onorano l’artista e fanno la Chiesa una delle sue opere più ben riuscita.

Nella sacrestia sono conservate una pregevole riproduzione del Cristo Morto di Andrea Mantegna (1431-1506) e una tela di dimensioni modeste ma di buona fattura raffigurante il Martirio di Sant’Agata.

APPUNTI SULLA STORIA EDILIZIA

Chiesa Parrocchiale di Civello

Ciascuna delle molte generazioni che si sono succedute sul territorio di Civello ha dedicato energie e risorse economiche alla chiesa parrocchiale, che la tradizione vuole eretta da Lotario Rusca, signore del borgo, cui è anche attribuita la scelta della dedicazione ai santi Cosma e Damiano: corrispondente al giorno in cui, nel lontano 1260, Lotario divenne signore di Como.

Molteplici sono le vicende che hanno interessato l’edificio della chiesa, che nel corso dei secoli si è molto modificato ed arricchito. La fabbrica, fatta realizzare dal Rusca, era probabilmente costituita da un’aula rettangolare, di circa sei metri per diciotto, chiusa tra gli edifici del castello, senza una facciata vera e propria. A questa era accostato un portico, dell’ampiezza di circa tre metri che la collegava agli edifici circostanti. La chiesa era ispirata a grande semplicità con murature in pietra e la zona destinata ai fedeli coperta da un tetto lasciato a vista, nascosto da una volta nel corso del 1659.

Prima di questa data la sola zona coperta da volta era il presbiterio a pianta rettangolare. Questa prima chiesa si è conservata per circa cinquecento anni, con modifiche di modesta entità, costituite da due piccole cappelle a pianta rettangolare realizzate, in tempi diversi, nel corso del seicento e dedicate, come quelle odierne, a san Carlo e alla Madonna, ma collocate all’inverso.

Tracce delle murature laterali sono state rinvenute nel corso dei lavori di scavo per predisporre i nuovi impianti a pavimento.
Della chiesa originaria, più piccola dell’attuale, non esiste più traccia visibile, anche se è probabile che il piccolo locale rustico, retrostante la pseudo cripta esistente sotto l’altare maggiore, sia stato realizzato contemporaneamente alla chiesa, ma questa ipotesi non può essere verificata al momento a motivo degli intonaci che rivestono il vano e non consentono l’esame della muratura sottostante e le necessarie considerazioni sulla sua evoluzione. E’ anche probabile che qualche traccia delle strutture di fondazione dell’antica chiesa sia rimasta conservata sotto il pavimento attuale; al proposito nel suo documentatissimo libro dedicato alla storia della parrocchia di Civello il prof. Mario Mascetti avanza l’ipotesi dell’esistenza di una più antica chiesa, databile all’età longobarda.

Le prime descrizioni esistenti della vecchia chiesa risalgono agli ultimi decenni del 1500 e sono costituite dalle relazioni predisposte dai vescovi di Como nel corso delle visite pastorali, mentre il primo disegno che la rappresenta è un documento fiscale: la mappa del Catasto di Maria Teresa d’Austria, rilevata nel 1722. Sino a questa data è probabile che l’edificio non avesse subito particolari trasformazioni, fatta eccezione per la realizzazione delle cappelle laterali di cui si è detto e della volta.

Con il settecento la chiesa inizia una fase di trasformazioni profonde che ne muteranno definitivamente dimensioni ed aspetto.

Nel corso del XVIII° secolo la comunità di Civello crebbe di numero, il fenomeno interessò tutta la Lombardia come conseguenza del mutamento delle condizioni economiche determinato dall’avvento del dominio dell’Imperial Regio Governo Austrungarico, seguito alla lunga presenza degli spagnoli. Poiché da tempo le dimensioni della vecchia chiesa non erano più adeguate alle esigenze della popolazione, si giunse alla decisione di ampliare l’edificio allungandolo verso valle con allargamento, in misura minima, anche della navata. L’opera non si presentava di semplice esecuzione poiché il terreno precipitava rapidamente verso il basso ed era caratterizzato dalla presenza di roccia, che fu necessario rimuovere anche con utilizzo di polvere da mina per realizzare la cripta sottostante il presbiterio.

Ragionevolmente la porzione costruita in ampliamento corrisponde a tutta l’attuale zona dell’altare maggiore e degli altari laterali. Sotto il piano di pavimento dell’altare dedicato alla Madonna i lavori hanno evidenziato la presenza di un locale perfettamente chiuso in cui, nel corso dei lavori di pavimentazione eseguiti nel 1928, sono stati deposti i resti delle tumulazioni rintracciate nella navata della chiesa.

Il progetto venne affidato ad uno degli architetti comaschi più attivi in quegli anni, si era nel 1773, che rispondeva al nome di Antonio Donegana e stava operando in Como, a Palazzo Giovio, oggi Museo Civico, alla Villa Giovio a Breccia, successivamente completata da Simone Cantoni e all’Ospedale di Sant’Anna, in via Cadorna. L’ampliamento realizzato si innestava in modo brusco sul corpo della chiesa preesistente che venne tagliata all’altezza delle vecchie cappelle per inserire il nuovo corpo. Al proposito il prof. Mario Mascetti ha ipotizzato che il Donegana abbia predisposto un progetto di ampliamento dell’intera chiesa, progetto di cui non si è trovata traccia. L’ipotesi non è priva di interesse ma appare, poco probabile. Non si spiega infatti per quale ragione il lavoro sia stato interrotto a metà. Le motivazioni in casi analoghi sono riconducibili alla indisponibilità di risorse economiche o a difficoltà operative insormontabili; entrambe male si applicano al nostro caso. Le difficoltà operative maggiori erano quelle legate proprio alla parte già realizzata mentre le disponibilità economiche erano certamente buone, infatti a lavori ultimati si mise mano al rifacimento della casa parrocchiale ed alla nuova sacrestia, a questi lavori seguirono quelli connessi ai nuovi altari e balaustre, il cui costo fu pari a poco più della metà di tutte le opere di ampliamento della chiesa.

Solo nel 1806 si ricomincerà a parlare di ampliare la restante parte della chiesa, con l’affidamento dell’incarico a Simone Cantoni, affermato architetto ticinese, originario della valle di Muggio, autore tra gli altri dell’attuale sede del Liceo Classico a Como, della villa Olmo, oltre naturalmente della villa Mugiasca a Mosino.

Per l’esecuzione delle opere si dovrà attendere ancora sino al 1823, poiché nel frattempo si pose mano alla demolizione del portico medioevale che si appoggiava alla facciata principale della chiesa.

La mappa del Catasto di Maria Teresa bene illustra la situazione in cui si venivano a trovare gli edifici intorno alla chiesa, oltre lo stretto portico davanti alla facciata si ergeva un edificio adibito a casa d’affitto, di proprietà della famiglia Cernezzi, la stessa che diede il nome all’attuale sede del Municipio di Como. Con l’intervento economico del conte Giacomo Mugiasca, la casa venne acquistata e successivamente demolita, questa volta a spese del comune di Civello. Si venne così a formare la piazza antistante la chiesa, con dimensioni e forma simili a quelle odierne ed a predisporre le condizioni per l’esecuzione dell’ampliamento progettato da Simone Cantoni. Questi aveva elaborato più proposte, con diverso grado di complessità, come si evince dai disegni conservati presso l’Archivio Cantonale di Bellinzona. Dei tre disegni venne realizzato il meno complesso, ma la scelta venne compiuta in una fase iniziale del lavoro di progetto; il disegno che la definisce reca infatti la titolazione, scritta dal Cantoni, “Progetto prescelto per il ristauro ed ampliamento veramente necessario alla Chiesa Parrocchiale di Civello nella porzione di essa anteriore che è la più antica , cupa, oscura ed indecente; oltre d’essere oramai cadente”. Ulteriore prova del momento della scelta è costituita dall’elaborazione del disegno della sezione del fabbricato predisposta dal progettista e relativo a questa sola soluzione.

Realizzato negli anni 1823 e 24 l’ampliamento del Cantoni si dovrà attendere ancora un lungo periodo per il completamento della chiesa. Mancava ancora la facciata, solo accennata nei disegni in pianta del Cantoni e mai eseguita. La definizione di un progetto in alzato dovrà attendere sino al 1879, quando venne dato incarico all’ing. Santo Truffini, la sua realizzazione seguirà nel 1893. Dopo quasi 120 anni la trasformazione dell’edificio voluto dal Rusca nel 1260, era finalmente terminata.

Successivamente al completamento dell’edificio non si segnalano interventi di trasformazione significativa nel corso dei secoli diciannovesimo e ventesimo, Quest’ultimo assisterà ad importanti opere di modifica e ampliamento della casa parrocchiale e dell’oratorio, con limitati interventi di miglioria e adeguamento della chiesa, quali: la formazione dei nuovi pavimenti nel 1928 la nuova decorazione delle volte nel 1939, le modifiche alla cantoria nel 1983 la predisposizione dell’impianto di riscaldamento nel 1967 e la posa di elementi ornamentali in facciata realizzati in granito in luogo di quelli preesistenti in malta, compiuta nei vicini anni settanta contemporaneamente al rifacimento della copertura.

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